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Quando mi sono messo a studiare e praticare tecniche per gestire meglio i conflitti con mia moglie e per comunicare in modo più autentico ed efficace, mi sono pian piano accorto che ho iniziato ad applicare gli stessi strumenti in TUTTE le relazioni, in cui io ci tenevo all’altra persona. Di conseguenza ho iniziato ad applicare quanto ho imparato anche con mia figlia, i colleghi al lavoro e con gli amici.

L’altra sera mia figlia di 13 anni si è arrabbiata con me per qualcosa che le ho detto a tavola durante la cena. Quando poi l’ho accompagnata a letto (ci piace spendere un pò di tempo di qualità assieme, prima di dormire) ho notato che era era arrabbiata e, sapendo che lei odia andare a dormire con questioni in sospeso, le ho chiesto cosa avesse e mi ha urlato “Vattene !“.

I “NO” che vogliono dire “SÌ” (e viceversa…)

Ti è mai capitato che una donna ti abbia detto “NO” quando in realtà intendeva “SÌ” ?

Parlandone con un’amica ho scoperto che lei a volte si comporta così perchè vuole che l’altra persona si impegni di più, dimostri veramente di tenerci, in pratica dimostri sincero interesse e curiosità.

Memore di questo consiglio, e tenendoci a capire come mai mia figlia fosse così arrabbiata, tra il rispettare la sua richiesta di stare da sola (che ci poteva anche stare) e il non andarmene per approfondire con sincero interesse (non per rompere le scatole, nè con l’intento di giustificarmi o di scaricare la responsabilità su di lei) sono rimasto ed ho posto delle domande per capire.

Mia figlia percependo la mia sincera curiosità nel capirla, si è lasciata andare in pochi minuti ed abbiamo risolto la faccenda.

Da questa esperienza mi sono portato a casa che per risolvere un conflitto e per creare un rapporto autentico e profondo servono 2 cose.

Il Prerequisito

Se io non fossi stato presente, nel senso di presenza mentale, mia figlia non si sarebbe mai aperta con me.

Ti è mai capitato di parlare con una persona è questa gioca con il cellulare mentre le parli, oppure ti guarda, ma con i suoi pensieri è da un’altra parte ?

Quanto ti senti capito/a in quell’istante ?

Quanto in quel momento senti di essere importante per quella persona ?

C’è un gioco che spesso faccio fare: basta che siate in 2, ma se siete di più, si possono formare più coppie. Mettetevi uno di fronte all’altro e la persona A inizia a raccontare una cosa di cui va fiera. La persona B per i primi 30 secondi la guarda in faccia, poi inizia a sbuffare, guardare l’orologio, pensare ai fatti propri, tirare fuori il cellulare e a guardare in giro, etc

Poi si fa il cambio di ruoli tra A e B ed ora la persona B racconta ad A una cosa di cui va fiera. Ed ora è il turno che A si possa vendicare… 🙂

Alla fine un giro di condivisione su come vi siete sentiti.

Anche se è una situazione creata in modo artifiziosa, le sensazioni che provate sono assolutamente REALI.

Condividete nei commenti quale è stata la vostra esperienza.

L’Atteggiamento mentale

Dopo la presenza, senza la quale è impossibile creare un rapporto autentico e profondo con un’altra persona, il secondo elemento essenziale è la curiosità.

Vi è mai capitato di essere ad una festa o ricevimento e di incontrare quel tipo di persona che vi fa a raffica una domanda dietro all’altra, stile interrogatorio ?

Come vi siete sentiti ?

Io lo trovo inquietante e perciò automaticamente alzo le mie barriere ed inizio a chiudermi a riccio.

Invece l’atteggiamento che noto incontrare meno resistenza è quello di chiedere permesso (“Posso farti una domanda o preferisci che ora ti lasci da sola ?“). Se la risposta è positiva inizio a condividere quella che è la mia esperienza, sottolineando che è solo la MIA e che quindi non è detto che corrisponsa alla SUA, quindi chiedo che mi dia conferma che sia anche per lei così e che, se così non fosse, mi guidi lei a capirla meglio. Tipo “Ho avuto impressione che _______ . Sono solo io che l’ho percepito così ?    Mi aiuti a capire cosa è successo ?

L’atteggiamento che adotto è quello di partire dal presupposto che non ho la più pallida idea di quale sia stata l’esperienza dell’altra persona e che quindi, come un minatore, mi trovo completamente al buio nella caverna oscura dell’esperienza dell’altra persona e, con le domande, invito l’altra persona a farmi luce ed aiutarmi a scoprire la sua esperienza.

Passa all’azione

Ti va di sperimentare l’essere presente, sinceramente incuriosito/a e lasciarti guidare dal tuo partner nel scoprire quale è stata la sua esperienza ?

Sono curioso di come è andata: facci sapere nei commenti.

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